SPECIALE BUNDESLIGA 2013/2014, TERZA PARTE – A due giorni dal via della Bundesliga, prevista venerdì a Monaco di Baviera con la sfida fra i campioni d’Europa e il Borussia M’Gladbach, continua la presentazione delle diciotto squadre che disputeranno la cinquantunesima edizione del massimo campionato tedesco. Oggi sarà il turno di quattro squadre che partano ai nastri di partenza con obiettivi totalmente differenti: il Bayer, forte del terzo posto della scorsa stagione, punta a confermarsi come prima forza alle spalle dell’inarrivabile duo Bayern-Borussia Dortmund; il Borussia M’Gladbach, reduce da una stagione con più luci che ombre, proverà a riguadagnarsi la qualificazione ad una coppa europea; l’ Hertha e il Mainz, invece, puntano a guadagnarsi la permanenza nella massima serie.
BAYER LEVERKUSEN
Ne resterà soltanto uno. Così recitava la famosa frase che Connor MacLeod, noto ai più come “Highlander”, proferiva prima di sfidare un suo “simile”. Nella sfida per la titolarità della panchina delle aspirine, dopo un anno di ottimi risultati colti dalla coppia Lewandoswski-Hyypia, l’ha spuntata l’ex stopper del Liverpool, che diventa a tutti gli effetti il capo-allenatore delle aspirine, mentre il tecnico tedesco torna nel settore giovanile del Bayer, I due non si sono mai troppo amati: Lewandowski, considerato da molti come un parafulmine di Hyypia (privo del patentino di primo allenatore), ha sempre sostenuto di avere dei meriti non secondari nei risultati colti la scorsa stagione, mentre il finlandese, in più d’una occasione, ha dato segni d’insofferenza verso alcuni atteggiamenti assunti dal più navigato collega. L’obiettivo, nonostante alcune pesantissime cessioni, resta la qualificazione alla Champions League, traguardo brillantemente colto nell’ultima stagione: la concorrenza (Schalke e Wolfsburg in primis) è sicuramente aumentata, ma la rosa del Bayer pare attrezzata per non fallire l’obiettivo. Con la squadra impegnata su tre fronti, sarà estremamente importante una corretta gestione delle risorse. E Hyypia, in tal senso, dovrà dimostrare di essere un allenatore a tutto tondo. Anche senza l’aiuto, spesso visto come un intralcio, di Sascha Lewandowski.
MERCATO: Voeller & C. hanno consegnato al tecnico finlandese una rosa sicuramente più ricca d’alternative, ma la qualità non sembra essere migliorata. Anzi. Le cessioni di Schurrle, Kadlec e Carvajal, sono state solo in parte compensate dagli arrivi di Hilbert, Donati, Stafylidis, Spahic, Kruse e Son, giocatori che non dispongono certo degli stessi requisiti tecnico-tattici dei partenti. Ottimo, invece, l’acquisto di Emre Can, arrivato dal Bayern Monaco con la stessa formula con cui, la scorsa stagione, Carvajal giunse dal Real Madrid: le aspirine acquisiscono il calciatore per cinque milioni, ma la società bavarese lo potrà riacquistare, alla stessa cifra, entro i prossimi due anni. Al tirar delle somme, i dirigenti Werkself non possono che essere promossi: la dirigenza non ha dovuto sborsare un euro per il mercato, che si è autofinanziato con la cessione di Schurrle, e la rosa, nonostante abbia perso qualcosa qualitativamente parlando, a livello numerico può far fronte al triplice impegno.
ROSA: A nostro giudizio si è indebolita: Carvajal, calciatore che ha tutte le carte in regola per diventare titolare nel Real Madrid di Ancelotti, è stato sostituito da Donati e Hilbert, due calciatori neppure lontanamente paragonabili allo spagnolo; al posto di Kadlec, giocatore non eccelso tecnicamente ma estremamente affidabile e molto versatile tatticamente, sono giunti a Leverkusen Spahic (che implementerà il roster di difensori centrali) e Stafylidis, terzino greco di belle speranze che contenderà il posto di titolare a Boenisch; a Son e Kruse, invece, toccherà il difficilissimo compito di non far rimpiangere il partente Schurrle, accasatosi al Chelsea di Mourinho. Tanti giocatori, ma la qualità non è certamente la medesima. Diverso, invece, il discorso sulla mediana: l’arrivo di Emre Can incrementa senza alcun dubbio il prestigio del centrocampo rossonero, anche se Reinartz, titolare della mediana werkself nell’ultima stagione, ha dimostrato di essere un elemento assolutamente affidabile. Nodnostante la duttilità tattica di Son, che può giocare sia da mezza punta che da attaccante centrale, non guasterebbe una prima punta “classica” da alternare, in caso di necessità, a Schurrle, indiscusso padrone dell’attacco di Hyypia. Anche se molti addetti ai lavori confidano nell’esplosione di Milik – giovane punta polacca arrivata nel mercato di riparazione invernale – che, dopo una mezza stagione d’adattamento al campionato tedesco, è atteso al definitivo salto di qualità.
LA STELLA: Stefan Kiessling. L’addio di Schurrle carica di ulteriori responsabilità il biondo attaccante tedesco, da sempre terminale offensivo d’assoluta affidabilità, che anche quest’anno, ne siamo certi, non tradirà le attese.
MAINZ
Stagione di transizione in casa nullfunfer. Il mercato, infatti, ha consegnato a Tuchel una squadra totalmente rivoluzionata, che avrà bisogno di tempo per essere plasmata dalle sapienti mani dell’allievo prediletto di Klopp. Si parte a fari spenti, con l’obiettivo dichiarato di una tranquilla salvezza, ma i tifosi del Mainz sperano, in cuor loro, di vivere l’ennesima stagione da mina vagante. Obiettivo comunque non semplice, visto i pesanti addii di Szalai (Schalke), Ivanschitz (Levante) e Kirchoff. Da decifrare lo schieramento tattico che adotterà il camaleontico Tuchel: probabile che in partenza opti sul classico 4-2-3-1, ma la rosa consente opzioni tattiche molto interessanti che spaziano dal 4-3-3, al 4-4-2 disposto a rombo, fino ad un 4-5-1 teso ad esaltare le spiccate capacità offensive di alcuni uomini del centrocampo biancorosso.
MERCATO: A Mainz, come in buona parte della Germania, un calciatore che raggiunge (o s’avvicina) alla trentina è considerato da rottamare. La rivoluzione attuata dalla dirigenza biancorossa va in quella direzione: via i trentenni/ ultratrentenni Ivanschitz, Caligiuri, Klasnic e Zabavnik, il cui posto è stato preso da Koch, Okazaki, Geis, Moritz e Polter, giocatori decisamente più giovani. Un capitolo a parte meritano le cessioni di Szalai e Unjah, che hanno fruttato la bellezza di dieci milioni, e quella a parametro zero di Kirchoff, entrato a far parte della rosa del Bayern Monaco, calciatori venduti per motivi ben differenti da quello che recita la carta d’identità. Complessivamente un buon mercato per una squadra in lotta per non retrocedere, ma è lecito chiedersi se questo obiettivo possa accontentare i tifosi dei nullfunfer.
ROSA: In difesa manca qualcosa nel reparto centrale, orfano di Kirchoff passato al Bayern. Si spera nel pieno recupero di Bungert, lo scorso anno fermo ai box per buona parte della stagione a causa della rottura del legamento crociato; viceversa a Tuchel non resta che affidarsi alla solida coppia di trentaquattrenni Svensson-Noveski. Le fasce difensive paiono abbastanza coperte a livello numerico, anche se resta da decifrare l’impatto di Ho-Park con la Bundesliga, oltre che l’inserimento di Koch. Il centrocampo è corposo e, forse, eccessivamente affollato, anche se per il momento non si vede chi, fra i componenti della rosa, possa prendere il posto di Ivanschitz: Tuchel potrebbe puntare sul giovane tedesco d’origine turca, Yunus Malli, ma non sono da escludere altre ipotesi, come l’arretramento di qualche metro di Chuopo-Moting oppure lo slittamento di Zimling, centrocampista tuttofare danese, dalla mediana alla trequarti. In attacco, nonostante gli arrivi di Schahin e Polter, questa stagione potrebbe sancire la definitiva esplosione di Shawn Parker, ventenne punta tedesca, già in rampa di lancio da un paio di stagioni. La partenza di Szalai, però, non pare al momento adeguatamente rimpiazzata.
LA STELLA: Nicolai Muller. Partiti Szalai e Ivanschitz, l’esterno destro ha l’occasione per mettersi ulteriormente in luce e puntare, nel prossimo mercato, al passaggio ad una grande del calcio tedesco. Anche Baumgartlinger, tenace mediano austriaco alla terza stagione in biancorosso, è atteso alla stagione della definitiva consacrazione.
BORUSSIA M’GLADBACH
Dopo la strepitosa stagione di due anni fa, quando i fohlen – trascinati da un immenso Reus – ottennero la qualificazione in Champions, il Gladbach è reduce da un’annata non brillantissima, conclusa con un ottavo posto in campionato e iniziata con la cocente eliminazione in Champions League per mano della Dinamo Kiev. Quest’anno l’obiettivo da centrare è la qualificazione ad una coppa europea, più realisticamente l’Europa League. Per raggiungere quest0 obiettivo, Favre potrà fare affidamento sull’apporto di forze fresche come Kruse e Raffael e, a differenza di quanto avvenuto nel mercato dello scorso anno, potrà contare ancora sui migliori elementi della rosa.
MERCATO: Campagna di rafforzamento positiva per i fohlen, che non hanno ceduto i pezzi pregiati ed hanno implementato la rosa con innesti di qualità come Kruse e Raffael. I dirigenti hanno messo a disposizione di Favre una squadra che, viste anche le difficoltà di altre nobili tedesche, ha tutte le carte in regola per non fallire l’obiettivo europeo. Ora tocca al tecnico svizzero trovare l’alchimia giusta, anche se qualche rinforzo in più sulla mediana non guasterebbe.
ROSA: Favre, a differenza dello scorso mercato, non può certo lamentarsi: questa squadra, forse troppo imbottita di trequartisti e mezze punte, è ricca di alternative e dispone al suo interno di giocatori di buonissima qualità. La difesa è rimasta intatta e in porta sarà guidata ancora dal promettente ter Stegen, atteso alla stagione del definitivo salto di qualità dopo un’annata poco entusiasmante, condita troppo spesso da errori macroscopici per un estremo difensore della sua caratura. A centrocampo si registra l’innesto di Kramer dal Gladbach, ma i quattro titolari dovrebbero restare gli stessi della scorsa stagione. In attacco, invece, si registrano le novità più importanti, anche se Raffael e Kruse, acquisti di peso dell’ultima campagna acquisti, potrebbero essere utilizzati anche da trequartisti in un centrocampo a rombo (idea tattica a cui Favre sta pensando da un po’ di settimane). Atteso dalla stagione del riscatto, invece, De Jong, che ha avuto un impatto negativo con la Bundes ed è poi stato frenato da un brutto infortunio. Annata importante anche per il talento svedese Hrgota, esploso nel finale dello scorso campionato.
LA STELLA: Patrick Herrmann. La giovane ala tedesca deve dare prova di maturità dopo una stagione contraddistinta da troppi alti e bassi. Le capacità tecniche sono innegabili, la fiducia dell’allenatore e dell’ambiente è incondizionata: tocca a Patrick, ora, dimostrare di meritare cotanta attenzione. Magari mettendo in campo maggior grinta e determinazione.
HERTHA BERLINO
Memori dell’ultima stagione in Bundesliga, quando l’Alte Dame si presentò con tutte le carte in regola per ottenere una tranquilla salvezza ed invece retrocedette allo spareggio contro il Fortuna Dusseldorf, la squadra della capitale ha un unico inequivocabile obiettivo: la permanenza nella massima serie. Si parte, quindi, nel più rigoroso “low profile”, come piace ai dirigenti e al tecnico olandese Luhukay, protagonista negli ultimi tre anni di grandi risultati prima con l’Ausgburg (una storica promozione in Bundes ed un’altrettanta epica salvezza) e poi con la squadra berlinese (promozione in Bundesliga). Non sarà facile ottenere la salvezza, ma qualche squadra sulla carta più debole s’intravede.
MERCATO: Calciomercato intelligente da parte dei dirigenti capitolini, che hanno speso solo un milione per accaparrarsi Hosogai (che non dovrebbe partire nella formazione titolare) e si sono assicurati a parametro zero Van den Bergh (Fortuna Dusseldorf), Baumjohann (Schalke 04) e Langkamp, tre elementi che dovrebbero far parte dell’undici base di Luhukay. In uscita non si registrano partenze dolorose. Qualche colpo da qui alla fine del mercato sarebbe comunque opportuno, se non addirittura necessario.
ROSA: Qualche ritocco, se non altro a livello numerico, è indispensabile in difesa, dove scarseggiano le alternative sugli esterni. Centrocampo folto, dove il tecnico olandese potrà pescare a piena mani in base alle esigenze tattiche che, di volta in volta, si renderanno necessarie per affrontare le compagini della massima serie. In attacco si punta molto sulla buona lena di Ramos, che anche quest’anno potrà contare sul supporto del trequartista brasiliano Ronny; discreto, comunque, il roster di attaccanti e mezze punte della ” vecchia signora” del calcio tedesco.
LA STELLA: Ronny. Ci sono voluti due anni d’apprendistato al calcio tedesco, spesso accompagnati anche da alcuni infortuni piuttosto seri, ma alla fine il brasiliano ha trovato la propria dimensione come trequartista, agevolato anche dalla partenza del connazionale Raffael, emigrato lo scorso anno in Ucraina. Quest’anno, al pari del compagno sudamericano Ramos, è atteso dal definitivo salto di qualità. E se le condizioni fisiche lo assisteranno, non fallirà. C’è da scommetterci.
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